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“FESTA DELLE FAVOLE”

8 ottobre 2006 di roberto

E finalmente, il 7 ottobre 2006, la festa è arrivata!

“Tutte le favole incantano perché contengono i nostri desideri e le speranze che questi si avverino. Il crederci è legato alla fantasia, più che al fantastico, e questa nasce dall’umano essere. Perciò passibile di trasformazione in ciò che l’umano essere chiama realtà.”
Dalla penna di Nadia Redoglia, il racconto della giornata di Lugo al Teatro Rossini: una “Festa delle favole” per la premiazione del concorso letterario “Una favola per la pace”.
E anche quest’anno, sulle scene e non solo, lo spettacolo è stato trascinante, ricco di simbolismo e di emozione.

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Dal Presidente della Repubblica una medaglia per il Premio

LA FESTA DELLE FAVOLE O MEGLIO… LE FAVOLE IN FESTA

di Nadia Redoglia

L’Ufficio Italiano di International Peace Bureau – IPB (la più antica e grande federazione del mondo, con sede a Ginevra, impegnata nei temi della pace che riunisce e coordina oltre 260 organizzazioni in 60 Paesi) ha pensato bene di chiedere in prestito al mondo delle favole, un piccolo spazio. E’ nato così un momento, in quel di Lugo di Romagna, sede attuale dell’IPB-Italia, dove grandi e piccini hanno raccontato le loro… favole.
Tutte le favole incantano perché contengono i nostri desideri e le speranze che questi si avverino. Il crederci è legato alla fantasia, più che al fantastico, e questa nasce dall’umano essere. Perciò passibile di trasformazione in ciò che l’umano essere chiama realtà.
Le centinaia di favole giunte a Lugo in questa terza edizione presieduta ad honorem da Dacia Maraini, esprimevano un desiderio comune: la pace. Non autori di testi, ma attori di pace, perché di pace attiva si sta parlando, non di quella riflessa per omologazione o emulazione. Attori/scolari provenienti da scuole primarie e secondarie, attori adulti reclusi in case di detenzione e, dunque, portatori di voci meno udibili, così come nelle precedenti due edizioni questo compito fu affidato ad anziani e diversamente abili. La fantasia non ha confini e l’obiettivo, primario, della realtà ha bisogno di adeguarsi ed ecco che le favole giungono da altre terre: Turchia e Iraq, e a portarle è stato il sindaco kurdo di Halabja, città irachena che non vuole essere ricordata solo per la violenza annientatrice di innocenti subita nel 1988, ma pretende di riscattare il diritto di essere attrice di pace, portando un patrimonio fatto di mille favole e di mille desideri tutti racchiusi in un’unica speranza.

Assaporiamo qualche frase frutto di giovani menti, non già tenendo conto della graduatoria dal primo all’ultimo premio secondo le varie sezioni, ma restando fermi sull’obiettivo del concorso. Il dardo vincente è importante perché è l’attimo fuggente che gratifica l’umana natura, è la gioia che suscita il primo botto pirotecnico, è comunque il toccar con mano quella targa con su scritto il proprio nome, ma la vittoria che accomuna il primo e l’ultimo è il bersaglio che ciascuno ha deciso di scegliere: lo stesso.
Ebbene, Claudia Di Marco delle medie G.B.Quinci di Mazara del Vallo impara dalla sua maestra il significato di un campo di concentramento ebraico, di tutte le vittime che ha fatto quella guerra lì, ma anche di tutte quelle che stanno facendo queste guerre qui e sogna. Sogna di incontrare una ragazza bellissima che si chiama Pace. Ha il volto insanguinato e soffre. Più che le ferite ciò che la sta uccidendo è la consapevolezza che i bimbi non vedranno più cartoni animati alla TV, perché sostituiti dalla violenza. La paura che attanaglia la sognatrice si unisce a quella della bellissima Pace e l’abbraccio liberatorio scatena la loro forza: la fantasia velocissima trasforma l’orrore e la paura di aerei e bombe in fiori e soli splendenti. Pace riacquista il sorriso… e come la colomba riprende a volare lasciando alla piccola attrice una sua piuma sul guanciale.
“Il rovo premuroso” di Claudia Mariella delle superiori di Taranto, A.Volta, spaventa i bambini che giocano con la palla di stracci accanto a lui cresciuto in un campo di Baghdad, un campo nel quale sta rispuntando nuova erba perchè le bombe hanno cessato un poco di esplodergli addosso. Non basta forse la sua bruttezza? Tocca loro sentire anche la sua voce? Che vuole questo rovo guastafeste? Il rovo risponde di fuggire lontano, lui è costretto a proteggere la morte: mine inesplose…
Le menti adulte hanno dimostrato alte qualità letterarie e spiccata originalità offrendo la pace vista da più angolazioni. Dal microcosmo di “Notte misteriosa in cucina” che ci racconta una catena di solidarietà composta da posate litigiose per salvare un cucchiaino involontariamente caduto nel secchio dell’immondizia… all’infinito cosmo che chiama in causa l’architetto a gestir eclissi tra i protagonisti astri e pianeti…
Geniale il fiore composto dalla corolla dei premiati e dai petali degli organizzatori, deus ex machina di IPB Italia, che hanno messo in scena, a loro volta, la favola della guerra e della non guerra, della luce e del buio, il bianco e il nero di una sola realtà: la pace, interpretata nel settecentesco Teatro Rossini di Lugo, Regista Franco Pezzi. Regina della Pace, Fulgida (di nome e di fatto) Barattoni, colonna portante nell’IPB Italia, da lei presieduta fino all’arrivo di Salvatore Favati che ha rilevato la carica, ma che serenamente ci racconta il piacere d’esser responsabile di una si solida organizzazione, ma solo perché questa è il frutto di una sinergia forte, fatta di gente che si vuole bene veramente. La voce fuori campo è del Direttore del Premio, Alberto Barbero. Lui ci accompagna narrando le favole e i suoi attori, l’anima delle prime e dei secondi.

A lui chiediamo di spiegarci il passaggio dalle favole alla realtà. Gli domandiamo cosa possa significare concretamente essere attivi per la pace, essere i protagonisti e i fautori di questa e perché una favola può anche raggiungerla.
“E’ necessario saper leggere le favole per la pace di coloro che in queste credono. Il lavoro dei nostri giurati è stato particolarmente faticoso dato l’alto numero delle opere concorrenti. Ciò che ne è scaturito è chiaro: i nostri bambini, i nostri adolescenti, il nostro futuro vede la pace come un dono quasi impossibile da ottenere e dunque riversano il loro desiderio, meglio, affidano il loro bisogno alla magia che solo una favola può concedere: una lampada di Aladino, la bacchetta magica di Fata Turchina, la sfera di cristallo di Mago Merlino. E’ tempo che realizzino che Pace non è dono, che Pace non è acquisizione magica o frutto di un acquisto da consumare: Pace è in sé. Pace non è Natale, non è ricompensa di un bel voto, non è occasionale. Pace è. Di lei si ha il bisogno quotidiano, così come la vita.”

-Questo per il nostro futuro. E per noi, adulti di questo presente?- Incalza Barbero “Intanto non scordiamoci che un tempo eravamo futuro noi stessi, avevamo le nostre favole. Sono sempre buone. Qualche volta bene sarebbe ripassarle. L’IPB in questa occasione ha consegnato il premio alla carriera a un grande giornalista, Roberto Morrione. Fino a giugno è stato direttore della testata televisiva Rainews 24. Una rete che da sempre racconta, grazie ad eccellenti inchieste, la realtà della guerra e le sua profonde crudeltà e ingiustizie. Noi adulti abbiamo bisogno di sapere, di ottenere corrette informazioni per raggiungere ciò di cui abbiamo diritto. Spetterà poi a ciascuno di noi metabolizzare gli impulsi che ci vengon forniti, basta che siano però verità.”

“Vivere può essere una meravigliosa avventura” diceva l’eroe di J.M. Barrie. Ci sia data dunque la possibilità di vivere. Che poi possa essere avventura o favola… ce la vedremo noi.

Nota: L’articolo completo di immagini, è pure pubblicato nel sito di Peacelink.

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Questo articolo è stato pubblicato il domenica, ottobre 8th, 2006 alle 10:04 ed è archiviato in III edizione 2006, Una favola per la Pace. Tags: , . Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il Feed RSS 2.0 feed. I commenti sono chiusi, ma puoi fare un trackback dal tuo sito.



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